Ex Ilva, parte il cantiere per l’accordo di programma

Il ministero delle Imprese mette in cantiere l’accordo di programma per l’ex Ilva di Taranto. Ieri primo incontro di merito, presenti il dicastero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, le Regioni Puglia e Liguria, Comune e la Provincia di Taranto. Il Mimit spiega che si è dato «seguito all’impegno che il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva assunto lo scorso 19 gennaio. Nelle prossime settimane saranno avviati i confronti con tutte le parti interessate al fine di raccogliere informazioni utili alla redazione dell’accordo di programma». «Abbiamo detto chiaramente – spiega il sindaco e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci – che il punto di caduta di quest’accordo dev’essere la decarbonizzazione e la chiusura dell’area a caldo del siderurgico, trovando su questo il consenso dei ministeri». Ma dal Mimit si puntualizza: «Dire che si chiude l’area a caldo, significa non produrre più acciaio. E questo non può essere. La Commissione UE ci chiede la riconversione ed è quella che siamo impegnati a fare».

Sul piano operativo l’orientamento è quello di affidare ad Invitalia, società del Mef e partner pubblico di minoranza di Acciaierie d’Italia, il ruolo di struttura di coordinamento per conto del Governo. Nei prossimi 15 giorni Comune e Provincia di Taranto, confrontandosi con la Regione Puglia, «forniranno al Gabinetto del ministro Adolfo Urso i propri preliminari contributi per le sezioni dell’accordo di propria competenza», puntualizza il Comune. Si istituiranno dei gruppi di lavoro cui demandare l’approfondimento dei vari capitoli dell’accordo: piano industriale dell’ex Ilva, decarbonizzazione, indotto, bonifiche, misure per i lavoratori che risulteranno in esubero con la riconversione produttiva, compensazioni. Melucci dichiara che «c’è ancora molta strada da fare, mettiamo in conto le difficoltà e restiamo aperti al confronto con tutti.

Tuttavia, abbiamo ribadito con chiarezza che siamo intenzionati a sostenere i progetti di riconversione industriale verso i forni elettrici, dunque al compimento dell’accordo di programma va prevista la chiusura dell’area a caldo».

Domenico Palmiotti
Fonte: Il Sole 24 Ore