POLITECNICO DI MILANO
Dalla colata al bullone, la filiera dell’acciaio alleata nella ricerca
Quattro aziende uniscono le risorse per il laboratorio al via nel polo di Lecco
Luca Orlando
C’è chi produce la materia prima, l’acciaio. Chi le macchine per lavorarlo e trasformarlo. Altri ancora che arrivano al prodotto finito. Nessuna concorrenza diretta, insomma, al contrario un interesse collettivo nell’altrui competitività. È il ragionamento di base che ha portato quattro aziende lombarde a convergere nel progetto del Politecnico di Milano, che all’interno del proprio polo di Lecco crea un centro di ricerca congiunto nella trasformazione del metallo. Oltre all’ateneo, a partecipare alla partnership sono Agrati (sistemi di serraggio), Growermetal (rondelle di sicurezza), Mario Frigerio S.p.A. (macchinari, parte di Mfl group) e O.R.I. Martin Acciaieria e Ferriera di Brescia, aziende che complessivamente impegnano nel piano triennale 1,2 milioni di euro. «È un caso interessante di progetto di filiera – spiega il responsabile scientifico Marco Tarabini – in grado di coinvolgere aziende che prima d’ora mai si erano parlate tra di loro in relazione a questi temi. Ragionandoci, si è capito che esistono tematiche precompetitive analoghe o comunque complementari. Ed è il motivo per cui queste imprese hanno accettato la sfida, lavorando sulla deformazione del filo a freddo, uno di processi chiave per la manifattura lecchese».
Il Joint Research Center “Matt” (acronimo di Metal and Transformation Technologies) si avvarrà di 6-8 ricercatori full-time e avvierà inizialmente la ricerca su nuovi approcci alla qualità di filiera, su materiali innovativi e sull’analisi dei big data in contesti tecnologicamente maturi. «Un aspetto interessante – aggiunge Tarabini – è quello dell’utilizzo dei dati, spesso presenti in più fasi del processo ma quasi mai sfruttati nella loro piena potenzialità. Lavoreremo sui processi ma anche sui prodotti, studiando ad esempio acciai speciali per utilizzi specifici». Altro aspetto innovativo del progetto riguarda la sede del Joint Research Center, che sarà nell’ex impianto Mario Frigerio a Lecco. Sito che dopo i lavori di ristrutturazione ospiterà infrastrutture di ricerca applicata per poter effettuare sperimentazioni in condizioni di reale operatività. Ciascuna delle quattro aziende coinvolte investe nel progetto 100mila euro all’anno, con un primo orizzonte triennale supportato da queste motivazioni. «L’open innovation – spiega Lucia Frigerio, Owner & Executive Vice-President di MFL Group – è un approccio strategico e culturale all’innovazione che spinge la competitività».
«L’automotive – aggiunge il responsabile ricerca di Ori Martin Maurizio Zanforlin – è un mercato ormai maturo e questo impone un impegno ancora maggiore nella R&S: la cooperazione consente di individuare e sviluppare soluzioni innovative». «Ci aspettiamo che la condivisione di competenze – commenta l’ad di Growermetal Paolo Cattaneo – porti alla creazione di know-how, nuovo valore e una cultura aziendale volta all’innovazione». «Rivolgersi al Politecnico di Milano per costruire questo percorso è stato naturale – aggiunge Lorenzo Zaniboni, Group Operation Director di Agrati -: da un lato per l’innegabile competenza e le professionalità presenti in un ateneo di livello internazionale, dall’altro per la sua capacità di attrarre talenti»
Luca Orlando
Fonte: IL SOle 24 Ore