Ex Ilva, sciopero a Genova Morselli: azienda più forte
Oggi nuova assemblea prima dell’incontro domani con la Regione e il Comune
Per l’ad Acciaierie d’Italia: «Diversi rispetto al passato, lavoriamo per un accordo»
Si conclude alle 7 di questa mattina, lo sciopero di 24 ore indetto ieri dalla rsu unitaria dello stabilimento ex Ilva di Genova Cornigliano, ora Acciaierie d’Italia; ma l’agitazione degli operai non è finita perché oggi, nuovamente, l’assemblea dei lavoratori si riunisce, alle 8, per stabilire q uali iniziative prendere. Tutto questo, in attesa dell’incontro con Regione Liguria e Comune di Genova, organizzato per domani dal governatore Giovanni Toti (nei due giorni precedenti impegnato, a Torino, al Festival delle Regioni).
Ieri, dalla fabbrica gestita da Arcelor Mittal, gli scioperanti sono usciti con mezzi pesanti e hanno dato vita a un corteo che ha bloccato le principali arterie del Ponente genovese. La manifestazione, iniziata intorno alle 8,30, si è conclusa alle 13 circa, con il rientro in fabbrica di operai e mezzi; ma l’astensione dal lavoro è proseguita.
Sottolineando l’alta adesione ottenuta dallo sciopero di Genova, una nota delle segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm sottolinea che «le iniziative delle lavoratrici e dei lavoratori non si fermeranno fino a quando non ci saranno risposte concrete da parte del Governo e dell’azienda su temi irrisolti da anni, sia a livello dei singoli siti che a livello di gruppo. Servono investimenti sulla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, sulla produzione e il rilancio degli impianti, sull’occupazione. Alle nostre richieste, non c’è stata alcuna risposta, da parte del Governo, durante l’incontro del 27 settembre a palazzo Chigi; per cui insistiamo a chiamare in causa Governo e Arcelor Mittal: devono assumersi le proprie responsabilità. È inaccettabile l’assenza di programmazione delle risorse pubbliche e private necessarie a rilanciare la produzione di acciaio nel nostro Paese».
Apparentemente poco colpita dalle manifestazioni, l’ad d’Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, si è mostrata sicura di sé ieri, a Taranto, dove ha parlato, a margine di un’iniziativa del Politecnico di Bari (col quale l’azienda collabora su progetti di ricerca) con la Marina Militare. «Quest’azienda – ha detto – è completamente diversa da quella di quattro anni fa, è molto più bella, molto più potente, molto più forte. Non è un momento brutto per l’azienda. È un momento brutto per chi se ne vuole in qualche modo occupare, senza averne motivo. Si dice che la fabbrica è al collasso? Io non lo so. Le buone notizie non fanno titolo. Credo che, però, questi allarmi possano essere utili per essere ascoltati o per illuminare qualcuno o qualcosa».
Riguardo agli scioperi, quello di ieri a Genova e quello del 28 settembre a Taranto (durante la convention Steel Commitment 2023), chiosa: «Sono quattro anni che sono qui, tutti i giorni sono stati uguali. Ci sono dei momenti in cui, chiaramente, ci sono più tensioni, altri in cui ce ne sono meno. Sono passati quattro anni e abbiamo fatto delle cose belle. Una delle cose belle è avvenuta la settimana scorsa, quando abbiamo avuto 500 clienti, che sono venuti nonostante ci fosse un clima non molto ricettivo (le portinerie presidiate, ndr) . Nessuno ha cancellato, c’erano anche delle persone importanti, grandi imprenditori che avrebbero potuto mettere a rischio la loro incolumità ma sono venuti lo stesso». L’ad ha confermato, poi, che è in corso un negoziato tra gli azionisti di Acciaierie e il Governo: «C’è tutta l’intenzione, mi sembra, di raggiungere un accordo. C’è una disponibilità assoluta delle parti. Questo è considerato un luogo di grande valore, sia per gli azionisti privati che per l’azionista pubblico». Ma, ha avvertito Morselli, «non ci sono soluzioni dietro l’angolo, soluzioni facili. Ci sono soluzioni, ma bisogna lavorarci molto. Questa è una realtà molto complessa».
Fonte: Il Sole 24 Ore